La Costa d'Argento
una delle più belle coste d'Italia
Monte Argentario
Sicuramente una delle coste più belle d’Italia, la Costa d’Argento è un promontorio della provincia di Grosseto, bagnato dalle acque del Mar Tirreno e della Laguna di Orbetello. Amministrato dal comune di Monte Argentario, si trova lungo la costa toscana a est dell’ Isola del Giglio e a nord di Giannutri. Il punto più alto raggiunge i 635 metri s.l.m. sulla vetta del Monte Telegrafo.
Al pari del promontorio di Piombino e di altri promontori minori, anche l’Argentario era originariamente un’isola, che nel corso dei secoli si è venuta a trovare collegata alla vicina terraferma, per il sollevamento prima del Tombolo della Feniglia (azione delle correnti marine) e poi anche del Tombolo della Giannella (materiale di accumulo proveniente dal vicino fiume Albegna).
Una volta unito alla terraferma dai due cordoni di sabbia, la parte interna del promontorio compresa tra di essi si è venuta a trovare bagnata dalla Laguna di Orbetello, la cui origine è stata coeva ai processi che hanno determinato la trasformazione dell’Argentario da isola a promontorio.
Il territorio del promontorio risulta quasi completamente collinare e a tratti impervio, addolcito unicamente dall’opera dell’uomo che ha creato nel tempo delle terrazze dove si coltiva prevalentemente la vite (Ansonica Costa dell’Argentario) e localmente anche l’ulivo.
L’unica area pianeggiante, peraltro di superficie estremamente limitata, si trova nella parte orientale del promontorio, in località Terrarossa, nei pressi del punto di arrivo dell’ottocentesca diga artificiale, sulla quale è stata costruita durante il secolo scorso la strada per Orbetello al posto della dismessa Ferrovia Orbetello-Porto Santo Stefano.
I due centri abitati situati sul promontorio sono Porto Santo Stefano (a nord-ovest), che ospita la sede municipale di Monte Argentario, e Porto Ercole a sud-est dalle origini più antiche.
L’entroterra dell’Argentario si presenta completamente collinare, con le pendici che tendono a salire più dolcemente nella parte nord-orientale del promontorio, ad iniziare dalla piccola area pianeggiante di Terrarossa.
Alcune di queste colline presso Terrarossa erano sfruttate nel passato per l’estrazione di pirite, da cui è derivata la denominazione della suddetta località. Le miniere erano servite da convogli merci che sostavano presso la stazione di Terrarossa, situata lungo la dismessa Ferrovia Orbetello-Porto Santo Stefano, che creava un raccordo tra il Porto del Valle e la città lagunare, ove confluiva nella Ferrovia Tirrenica. L’esistenza di tali miniere è testimoniata anche dalla presenza di torri, ben visibili dal Tombolo della Feniglia e dalla Laguna di Levante.
Mentre sul versante nord-orientale le pendici tendono a salire con maggiore gradualità, si hanno ripidi strapiombi lungo alcuni tratti costieri, che risultano molto accentuati presso la Punta di Capo d’Uomo (costa occidentale), lungo diversi tratti del tratto costiero sud-occidentale e nell’area prospiciente Punta Avvoltore lungo la costa sud-orientale, dove vi sono pareti e dolomie ripidissime, che in passato hanno causato anche alcuni movimenti franosi.
Proprio nell’immediato retroterra di Punta Avvoltore, si raggiungono i 635 metri s.l.m. della cima montuosa denominata Punta Telegrafo, la vetta più alta dell’intero promontorio, raggiungibile anche salendo più dolcemente dal versante nord-orientale, dopo aver superato i complessi religiosi del Convento della Presentazione al Tempio e della Chiesa e Noviziato di San Giuseppe. Il crinale che comprende anche la cima più alta è ben riconoscibile anche a distanza per la presenza di numerosi ripetitori radiotelevisivi; sulla vetta del Monte Telegrafo si trova anche la stazione meteorologica di Monte Argentario, ufficialmente riconosciuta dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale, facente capo al Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare.